Buoni postali: diritto a maggiori interessi

“Sono in possesso di vecchi buoni postali, ho diritto ad interessi più alti rispetto a quelli riportati dal timbro presente sul buono?”

Con diverse decisioni, l’Arbitrato Bancario Finanziario ha riconosciuto al risparmiatore il rimborso di interessi più favorevoli rispetto a quelli previsti sul timbro apposto sul titolo, nel caso di buoni postali sottoscritti a partire dal 1° luglio 1986 ed in presenza di determinate condizioni.

Nel giugno del 1986 è stato emanato un Decreto ministeriale che ha rivisto al ribasso gli interessi di tutti i buoni postali all’epoca in circolazione. Da luglio 1986 però non erano ancora disponibili i moduli cartacei con l’indicazione dei nuovi tassi di interesse così Poste Italiane ha continuato ad utilizzare i vecchi moduli (buoni), della vecchia serie “P” (e in alcuni casi anche della serie “O”), con l’apposizione sulla parte anteriore del buono del timbro con la dicitura nella nuova «Serie Q/P» e sulla parte posteriore un altro timbro, quello con la misura dei nuovi tassi applicati in conformità al Decreto.

I buoni postali della serie “Q/P” potrebbero però contenere un errore e far sorgere in capo al risparmiatore il diritto di incassare la somma calcolata in base ai tassi di interesse stampati sui titoli anziché quelli peggiorativi stabiliti dal Decreto ministeriale o dal timbro apposto sul buono.

Infatti, il timbro apposto sul retro dei buoni non indicava il tasso di rendimento per l’ultimo decennio di validità, cioè quelli spettanti dal 21° al 30° anno dalla data di emissione, pertanto, secondo l’Arbitrato Bancario Finanziario, per tale periodo gli interessi che spettano al risparmiatore sono quelli riportati nel retro del titolo e sono superiori a quelli fissati dal decreto ministeriale del 13 giugno 1986 o dal timbro, utilizzati da Poste per effettuare i rimborsi.

In tutti questi casi, sussiste il diritto dei risparmiatori di farsi corrispondere i rendimenti più alti riportati nel retro dei buoni.


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